Brani Critici

Da Riviste                 

La capacita’ di sognare di Julianos Kattinis

…Se vogliamo identificare in qualche parte dell’animo dell’artista la fonte della sua capacità creativa, la dobbiamo cercare nella sua facoltà immaginativa, che è, essenzialmente, trasformazione, o  meglio metamorfosi. …L’artista si serve della facoltà di cui è maestro, quella della metamorfosi, per restituire alla gente ciò di cui essa ha perso la memoria. Egli recupera i miti e le grandi filosofie di Esiodo, Platone, Omero, proiettandoli nella storia in una dimensione onirica, sottoponendoli ad una metamorfosi continua di un passato che diventa presente e precorre il futuro…E con tutta  la forza della sua immaginazione,tramite il suo lavoro, contrappone tutto ciò alla corsa contemporanea al consumo, all’uso meccanicistico e privo di pensiero della tecnologia attuale che ha fatto degli uomini di oggi nient’altro che dei primitivi tecnologici  Suggerisco di osservare l’arte in silenzio e meditazione: l’arte è un dono fatto agli uomini al fine di restituire loro qualcosa che hanno dimenticato, la capacità di sognare.

Teodoro Katinis – filosofo       estratto da: Foro Ellenico -Aprile 2006   DOSSIER- ARTISTI GRECI IN ITALIA


Pittura mitologica di Julianos Kattinis

…La pittura di questo greco  cosmopolita è un costante inflessibile dialogo con l’uomo e la realtà che lo circonda e assorbe…Paesaggi, nature morte e figure sono sempre il pretesto che Kattinis coglie per riesumare il passato delle sepolte civiltà: dai Sumeri agli Egizi, agli Aztechi e Maya. Questo passato è l’altra dimensione della sua pittura, il nerbo principale entro i cui fasci di luce radiante egli costruisce la realtà che oggi ci appare congeniale e domani, chissà, potrà sembrare un sogno molto lungamente sognato. Quel che importa sono le radici nelle quali Kattinis, attento e vigile, affonda l’ “humus” della propria ispirazione…

Michele Calabrese

Estratto   dalla “rassegna mensile d’arte Il Poliedro”, dicembre 1969


Seguiamo con grande trepidazione lo svolgimento della pittura di questo greco che da molti anni vive a Roma.

Dall’ultima mostra romana organizzata al “Centro internazionale d’Arte del Poliedro” Kattinis ha alquanto mitigato certe asprezze originarie, addolcendo sia l’ispirazione che certa marmorizzazione dei colori.

Nelle ultime opere di Kattinis, infatti, si evidenziano gli effetti del soggiorno italiano attraverso giochi tonali d’indubbio valore pittorico…

Michele Calabrese

Estratto dalla rivista “il Poliedro”, Roma 1970


…Dopo aver sperimentato l’astrattismo, l’astrattismo espressionista, il surrealismo, la pop art e delle altre correnti pittoriche moderne per chiarire la sua visione delle cose e comporre il suo segno pittorico al diapason con il secolo, Julianos  Kattinis, forte delle sue reminiscenze del Vicino-Oriente e dei suoi contatti con la Bauhaus e la Scuola di Parigi, proietta le sue figure eteree sul mappamondo, incurva le sue figure per meglio ampliare il suo campo d’azione.

E’ un uomo avvezzo alle deformazioni della figura umana, a dei corpi mossi nello spazio, ma sempre fedele a quello che gli scolastici chiamano gli Universali.

L’umanità non è più per lui che un’ombra chiara integrata alle forze  cosmiche, ma osservata da molteplici punti di vista, proiettando il suo sguardo disincantato sulle possibilità di sviluppo, e anche di possibili catastrofi senza dimenticare una superficialità che facilita le più arroganti trasformazioni..

Victor Hakim

Estratto da “La Revue du Liban”      n.713  26 agosto 1972


…La ricerca delle radici profonde –espressa in noduli e in effluvi di creazione pittorica dedicate al colore (come in “La donna d’acqua” e”Mirage” per esempio) è costante anelito di questa pittura che sembra impegnata a scoprire e a rivelare in ogni volto il tempo in cui fu concepita la gioia, la speranza, il gioco…

Natale Antonio Rossi    Estratto   dalla “rassegna mensile d’arte Il Poliedro”              Roma, gennaio 1979  


Le Sale al piano terreno di Palazzo Braschi accolgono questa mostra del pittore Julianos KATTINIS, greco di nascita, medio – orientale di formazione, europeo di cultura ed italiano di elezione, avendo stabilito da anni la sua residenza a Roma, dove ha trovato l’ambiente ideale per il suo lavoro e la sua inspirazione Ci troviamo di fronte a una creazione che, amalgamando culture di varia estrazione e tecnica, si rende a volte difficile nella lettura: il dato estetico è però estremamente significativo…

Raniero Benedetto, Assessore antichità belle arti e problemi della cultura del comune di Roma  

Roma, aprile 1972                                                                                                       

Estratto dalla rivista “La Sponda” 1972-1991      XX anno di attività    marzo- aprile  1991 


…Novello Enea disceso dall’Oriente a Roma, dopo aver giocato con gli dei dell’Olimpo, in quella terra greca che gli ha travasato i geni, Kattinis insegue l’itinerario della fantasia e della memoria attraverso connessioni ideologiche,alfabeti,trame,giochi della mano e della mente, e riscrive con un linguaggio attuale l’ebbrezza arcaica, l’oriente esoterico, il fervore di una manualità tecnica che ha affrontato l’affresco e la grafica, i dipinti egli acquarelli.

Culture diverse approdano, quindi, nel suo lavoro artistico, e l’oriente si amalgama all’occidente; del primo si legge il colore e la luce, del secondo tutta la dialettica delle avanguardie europee, con Picasso che ha aperto all’Europa la profonda trasformazione.

…Dalle dominanti visive che emergono  dalle sue opere  fuoriesce una vigorosa sintesi, il senso di una personalità convincente, originale e poetica, tutt’altro che cristallizzata. La materia e le forme delle sue immagini sono come prese da improvvise vertigini,e l’organicità della sua morfologia è un universo dilatabile e convulso fino ai più serrati e allucinanti esiti, a una germinazione nel reale.,…mettendo alle strette fantastico e metafisico, che ormai hanno certificato la personalità di Julianos Kattinis, nello stile delle sue simmetrie.

Carlo Franza

Estratto  dalle riviste “Leader for chemist”    e  “Leadership medica”  maggio 2004  


Julianos Kattinis è un ulisside.La sua vita è costellata di migrazioni avventurose, come la sua pittura è un cumulo di prede portate via alle sue naturali terre di conquista. Brani sontuosi d’Oriente intorno a puri simulacri del mito olimpico,fiori esotici sotto i cieli cristallini,figure ieratiche nel cui sguardo profondo si leggono ineluttabili destini,tra paesaggi collerici scaturiti da un vulcano…

Ugo Moretti    estratto dalla rivista “La Sponda”   Novembre-Dicembre 1989


Il Giornale dell’Arte –  Il giornale degli Sponsor

 Supplemento a “ Il giornale dell’Arte” N. 227, Dicembre 2003

Regione: Toscana

FATTORIA PIANETTI

luogo Casale le Fabbre, 58014  Manciano (Gr)

 

 Titolo del progetto: “Etruschi. Passato,Presente e  Futuro”

Tra Manciano, Saturnia e Montemerano, tra Pitigliano, Sovana e Sorano, Julianos Kattinis ha ascoltato gli echi di una civiltà, e li ha trasformati in arte,  dipingendo tre affreschi unici al mondo: I quattro elementi:Acqua , Terra, Fuoco e Aria. I due mondi: Paradiso- Mirage. La nota comune, il filo conduttore che unisce indissolubilmente i tre affreschi, sembra essere l’idea di legare passato, presente e futuro: Kattinis ha capito che siamo alle soglie di una nuova civiltà e che l’umanità sente il bisogno della saggezza degli antichi per muovere i suoi passi verso l’avvenire sconosciuto. L’idea che sta alla base del progetto è quella di differenziare l’offerta rispetto agli altri operatori, proponendo un prodotto ( in questo caso l’accoglienza di alta qualità) collocato in un contesto dove l’opera d’arte ha un ruolo da protagonista. Il progetto valorizza nono solo la Fattoria Pianetti, ma anche ‘intera zona. 


Il Giornale dell’Arte –  Il giornale degli Sponsor

 Supplemento a “ Il giornale dell’Arte” N. 227, Dicembre 3003

Tipoggrafia Aquila dal 1925 – Roma

Indirizzo: Via Nola n.2, 00182 Roma   www. Aquilagrafica.it

Indirizzo telematico: info@aquilagrafca.it

Da circa otto anni la Tipografia Aquila promuove e e sostiene l’artista greco di fama internazionale Julianos Kattinis. Inizialmente la collaborazione tra Tipografia Aquila e l’artista è consistita nel finanziamento di inviti e manifesti per alcune mostre del maestro, e successivamente nella realizzazione, sempre a titolo gratuito, di opere grafiche d’autore  (litografie realizzate in modo artigianale).  Recentemente la Tipografia Aquila ha organizzato e sta realizzando mostre creative e culturali delle opere di Kattinis in Italia, curando anche la realizzazione dei relativi cataloghi. Sotto la guida del Maestro, i titolari della Tipografia Aquila hanno dato vita a un’iniziativa  benefica, realizzando una litografia originale a mano (50x35cm a colori)raffigurante Madre Teresa di Calcutta a Roma.Tutta la tiratura, quasi 50 esemplari,, è stata donata nel mese di giugno 2003 alla Madre Superiora della Casa Madre Teresa di Calcutta a Roma. Attraverso il sostegno dell’artista, la tipografia ha contribuito alla diffusione della conoscenza di tecniche grafiche classiche e moderne che costituiscono il core business dell’impresa. Anche i materiali realizzati per le mostre di Kattinis sono funzionali a veicolare i prodotti e il nome della Tipografia Aquila.


…Le incisioni di Kattinis sono veri e propri patterns grafici, soluzioni immaginarie che uniscono civiltà in realtà lontane nel tempo e nello spazio. Per quanto riguarda la tecnica usata, questa è un misto fra più tecniche,cosa che fa inorridire i”puristi”dell’incisione. Il risultato delle commistioni grafiche e calcografiche, sovente completate con il pastello e l’acquarello, sono delle opere molto vivaci e godibili, dal sapore”arcaico” e dalla linea fluente, nelle quali si ritrova la  sua matrice greca…

Cinzia Folcarelli

Dalla rivista “Terzo Occhio” Bologna, dicembre 20


Tutta l’ arte occidentale moderna, anche l’arte più importante dell’avanguardia, può, in un modo o nell’altro, far risalire il suo lignaggio all’arte classica dell’antica Grecia. Con questa premessa, è naturale che il giovane ed vitale pittore greco senta che ogni aspetto dell’arte moderna possa essere adottato a suo piacimento come parte del suo diritto di nascita.
Oli, disegni, stampe e multipli in questa mostra rivelano non solo il modo eclettico con cui egli crea connessioni fra gli antichi greci e Braque, Picasso, Chagall, Klee e così via, ma anche come egli sia abile ad  adeguare le sue scelte all’arte greca come misura ideale dell’ uomo . Gli antichi greci hanno anche un termine mitologico per descriverlo: Procuste. In altre parole, se é troppo stringato lo si estende, se troppo esteso lo si limita.
Kattinis ha un’ immaginazione senza limiti e fertile padronanza tecnica, che gli permette di trattare temi solenni in apparenza con gioiosa irriverenza. Inclusa nella mostra è una serie recente di pannelli sul tema dei Giochi Olimpici, un’ altra discendenza classica, da esporre ad una mostra internazionale a Barcellona alla fine di quest’anno. In queste opere Kattinis trabocca libero, simile a un campione a cui è permesso di rompere la formazione. Dice che hanno lo scopo di onorare entrambi gli atleti e spettatori sedentari, senza il quale i giochi non sarebbero a piena misura di uomo.
John Hart

DAILY AMERICAN    Sunday – Monday, May 25 – 26, 1975


Vita e sogno nell’arte di Kattinis

…Se è vero, come dice lui stesso, che non c’è arte senza filosofia di vita, allora la pittura di Julianos Kattinis può illustrare meglio di qualsiasi parola la Weltanschaung che sta dietro ai suoi lavori e guida la sua mano sulla tela. Le forme sognanti, i colori che ammaliano, i richiami alla mitologia classica e le metafore sulla vita contemporanea, tutto rimanda innanzitutto alla sua straordinaria avventura di uomo. … Nelle sue tele dai colori forti e dalle suggestioni oniriche si possono riconoscere alcuni modelli del passato; certe figure emanano una spiritualità da icona bizantina, ma soprattutto ci son i tratti dell’identità mediterranea, ci sono la Grecia, il Medio Oriente, l’Italia. E più ancora c’è la trasfusa filosofia di Kattinis, la gratuità dell’arte intesa come dono all’umanità…

Manuela Mirkos


Estratto da “ Foroellenico”   Roma,dicembre 1999 a  cura dell’ufficio stampa dell’ambasciata di Grecia.

un Etrusco: dalle origini al terzo millennio

L’occasione del GIUBILEO 2000 coincide con I 45 anni di “attività” artistica di Julianos Kattinis dalle forti tensioni emotive e rappresentative di tante culture internazionali.

Dalle tradizioni storiche, artistiche e culturali della Grecia, poi del Medio Oriente, alle esperienze, alle tradizioni culturali e sociali del Mediterraneo, in un transito e conoscenza di Storia ed Arte per nuove esperienze con l’Arte e la Cultura dei popoli del Centro e del Nord Europa. Arte come messaggio di cultura e di promozione sociale: Arte  come dimensione di elevata espressione di esigenze umane…

Benito Corradini

Estratto dalla rivista “La Sponda”, Roma, gennaio 2000


Julianos Kattinis   Il racconto di una vita per l’arte

“ Un quadro è come un bacio. Non si può ripetere, non è un lavoro da ingegnere. Quello dell’artista non  è un mestiere, è una vocazione, una passione. Non sai perché dipingi…Eppure oggi vedi quadri ripetuti all’infinito, per ragioni commerciali, per stare dietro alle tendenze del momento. I miei pezzi sono unici, ed ogni quadro è diverso dall’altro. Anche se incido, il numero di copie che stampo è basso”

Così si esprime Julianos  Kattinis…Lo incontro immerso nel caos del suo studio di viale Castrense. Un caos creativo, così com’è il suo inconscio, dal quale trae le straordinarie invenzioni delle sue tele…

Diego Zandel dalla rivista “ Segni d’Arte”   III  bimestre  – Roma,2005


La galleria La Pigna ha recentemente ospitato una esposizione antologica sull’opera di Julianos Kattinis, artista di origine greca, da più di quaranta anni residente a Roma.

In mostra quaranta opere su tela che abbracciano tutta la carriera artistica del pittore, dal 1962 al 2006. Le opere di Kattinis, affascinanti ed enigmatiche, sono arcaiche e moderne allo stesso tempo. Caratterizzate da una forte componente simbolica, sono il luogo in cui compaiono i misteri ed i riti ancestrali del mondo, il rito della fertilità, l’unione sacra fra gli aspetti femminile e maschile del cosmo, tra l’uomo e la donna, il cielo e la terra…

Marta Manzoni Estratto da “Terzo Occhio”       Bologna, dicembre 2006


…Il pennello,anzi l’anima, del maestro Julianos Kattinis spruzza vita e MediterraneoIncontrare ed ammirare i suoi quadri,ma prima ancora i pensieri, di questo giovane signore nato in mezzo al mare  (quando si dice il destino!) simpatico ed avvincente è stata un’esperienza straordinaria.  Mondogreco lo ha incontrato più volte, non solo nella sua accogliente abitazione romana…Julianos Kattinis, che sarà presente al finissage della mostra “Confronti d’arte” con alcune sue opere inedite il prossimo 16 settembre all’università eCampus di Roma, è un ardente tifoso del Mediterraneo: Sostiene che tutto, ma proprio tutto, sia nato qui, e non in Scandinavia né in America, per questo usiamo dire “ Madre terra del Meogheios”…

…la donna- madre come icona del Mediterraneo  culla della civiltà non è uno sterile esercizio per sognatori o intellettuali, ma fondamenta imprescindibili per una società orfana di quella pietra angolare che gli antichi greci chiamavano Paedia

Fracesco De Palo  estratto da “Mondogreco”   Roma, 4 dicembre 2013


Dalle  cartelle di incisioni

 “ Nel mese di agosto dell’anno mille.., durante una interessante campagna di scavi, sono stati trovati alcuni pregevoli frammenti di antichi vasi, nei quali si notavano residui di rappresentazioni vascolari di colore tenue e delicato ma insieme corposo, come segni dolci o scattanti, alternati secondo i temi rappresentati…”

…noi amiamo i frammenti di vasi antichi, dove le figure semplici e smozzate da un profilo appena abbozzato, ci riportano in un mondo che non è soltanto quello degli etruschi, dei greci o degli assiro babilonesi, ma è nostro, lo sentiamo vivere e palpitare – non come un attore sul palcoscenico – ma dello stesso calore, dello stesso vigore, della stessa forza della mano che lo tracciò, che lo tornì, che lo usò…

Rolando Meconi      Roma, 31 ottobre 1971    dal colophon della cartella“Rapporto su alcuni frammenti di antichi vasi”


Kattinis ha tanti fervidi amici e ammiratori, io arrivo ultimo a dirgli la mia sorpresa per la sua temeraria disponibilità. Noi ci nascondiamo e KATTINIS sta in piedi fuori della trincea. A scorrere i suoi documenti si vede subito che la sua vocazione è per l’epos, l’avventura, espressa non in sequenze monotone di accenti, ma a colpi d’ala e di forbice, per lampi, per frammenti. KATTINIS ha orrore della stasi, e quindi dell’estetismo, ha orrore dell’indecisione e quindi del cerebralismo: il suo simbolo non è Achille che si fa mettere in scacco da una tartaruga e neppure Narciso che dimentica la faccia dentro una fontana. Queste ultime tavole mi fanno pensare a una testa ardente che pensa ed esplora, non a una testa cha sogna.

Leordo Sinisgalli      ed. Il Poliedro          Roma,21 dicembre 1972        

Estratto dal colophon della cartella“Gli Astronauti”


Il fascino della pittura di Julianos Kattinis è chiaramente dettato dall’assemblage a prima vista diverso di immagini riproducesti il pensiero  o concetto della realtà circostante espressa come realtà interiore.

Per Kattinis l’universo spirituale è l’universo irrazionale che spinge paurosamente al vertice di un confronto delirante circostanze dello spazio ed emblemi interiori.

Il gesto che accompagna la mano nell’onirico percorso mentale è qualcosa che nasce  dall’impulso profondo a trasformare in impressioni magiche accompagnate da una musica vasto-solenne e comunque dominante, memorie di realtà faticosamente espresse, così come sono state faticosamente vissute e memorizzate le loro matrici esistenziali…

…Julianos Kattinis: uno degli artisti, giova insistere, più evoluti e spontanei insieme della sua generazione più ricchi di fermenti più vivi e imponenti cui riconosciamo una statura certamente al di sopra della media ma qualche volta anche sicuramente eccezionale e solitaria.

Sandra Giannattasio     Roma, aprile 1972

Estratto dal colophon della cartella “Gli Astronauti”          


Lo sfondo spirituale, nei dipinti e nelle incisioni di Julianos Kattinis, è determinato da un riconoscimento positivo per “l’Humanitas”. La figura dell’uomo, semplificata e ridotta non nella sua intelligibilità visuale, ma secondo un antico principio creativo, è il tema principale in tutte le opere dell’artista. Nelle originali formulazioni,individuali e inconfondibili, formali e pittoriche, Kattinis fissa l’uomo nel suo significato extratemporale e, consapevolmente, lo pone sia fuori che al centro della problematica del suo tempo. Le situazioni psichiche e fisiche che l’artista prospetta, non sono dunque soltanto comunemente umane e sempre valide, ma sono anche vivificate dalla ricerca di quei campi di tensione che sono scaturiti dal processo di civilizzazione entro il quale l’uomo è chiamato a vivere…

Heins vo Mackowitz  Innsbruck  dicembre 1972  

 dalla   cartella  “Gli Astronauti “ Roma 1972


Julianos Kattinis, Greco di nascita e di sangue, è un Pellegrino orientale che ha trovato finalmente a Roma il suo approdo, dopo aver sostato più o meno a lungo a Damasco, al Cairo, a Innbruck e Monaco di Baviera, con inevitabili incursioni a Parigi.  Scegliere significa abbandonare, nella sfera dell’arte, la virtualità che sta in noi per una univoca decisione. Kattinis l’ha fatto dopo iniziazioni espressionistiche, favolose, simboliche, quando ha visto a Roma i cieli del Caravaggio: da allora cerca di far uscire dai tappeti e dagli affreschi orientali figure turgide di vita, donne e uomini di carne e di sangue, crisalidi che mostruosamente si gonfiano, sacripanti e chimere…

Pietro Bianchi

Estratto dalla cartella “Gli Astronauti”  Roma 1972


Dai cataloghi              

Caro Kattinis, 

lascio il giudizio sulla tua nuova fatica agli “addetti ai lavori”. Una personale così importante ed impegnata merita l’apporto critico di firme ben più qualificate della mia. Io posso dirti solo che questo tuo mondo poetico, sospeso, fluttuante fra ricordo, sogno e desiderio mi affascina e sconcerta ad un tempo. Credo che raramente la suggestione di una costruzione metafisica, così cerebrale come quella offerta dalla lettura – certo, lenta, meditata, spesso difficile – di un tuo quadro, ha lasciato in me segni più persistenti ed inquietanti. Cosa potrei chiedere di più ad un artista del mio tempo, se non di continuare ad aiutarmi a pensare? Una cosa ancora voglio dirti, la  cartella grafica che presenti insieme con la personale, è splendida: l’inventiva spiritosa e la perfezione tecnica fanno di questa tua nuova esperienza un punto di arrivo significativo. Per questo ti auguro il successo che meriti.

Roma, 1972 Gastone Favero

dal catalogo della mostra personale KATTINIS, museo Palazzo Braschi   


L’incisione come corpo d’amore

L’opera grafica a stampa di Julianos Kattinis…è una ridda festosa di segni e di colori ordinati in patterns e figure appena contenuti entro il recinto del foglio, nello specchio dell’immagine che delimita il luogo fisico (invero assai esteso, che l’artista predilige operare su matrici di grande formato), il  teatro del loro manifestarsi, ma non inibisce la spinta propulsiva impressa loro dalle agili strutture spaziali… 

L’ ascendenza mediterranea è una latenza che traspare anche laddove più eteronome si dichiarano le derivazioni stilistiche dei grafemi ed iconogrammi che confluiscono nel laboratorio creativo di Kattinis. 

Per il quale le grandi latitudini geografiche e culturali, le diverse dislocazioni nello spazio e nel tempo delle molteplici civiltà…non hanno ragione di esistere separate ed incontaminate,quando siano inscritte nella prospettiva della durata, nel continuum delle soluzioni immaginarie. Come dire nel grande e attivo deposito antropologico che è la memoria collettiva, segnatamente visiva, nella quale l’artista attinge i materiali costitutivi, storici e metafisici del proprio linguaggio…

…due versanti, del resto interconnessi su cui Kattinis preferisce insistere nelle sue escursioni creative,sono: da una parte il versante di accentuazione simbolica, qui esemplificate nelle numerose incisioni ispirate ad una sorta di totemismo…dall’altra quel lirico evocativo in cui la pienezza espansiva della forma celebra la bellezza e la magia della natura.

Nel corpus davvero cospicuo delle sue stampe, centinaia fra singoli titoli e suite o cartelle egli si è misurato con l’intero ventaglio delle tecniche grafiche e incisorie correnti…l’artista ha poi non di rado introdotto variazioni personali in fase vuoi di preparazione e di intervento incisorio diretto o indiretto sulla matrice, vuoi di inchiostrazione, di pulitura e di stampa. Si tratta di contributi che arricchiscono le potenzialità espressive delle tecniche tradizionali… e l’estrema disinvoltura con cui egli combina diverse tecniche grafiche e calcografiche della medesima opera…

Beninteso, Kattinis sa condurre ogni tecnica entro i termini suoi propri…ma ama altresì giocare sulla netta demarcazione della linea e sulla scansione tassellata delle estese superfici, dalle quali cava puri profili di cose e figure ed una spazialità topografica che paiono scaturiti  dallo sguardo e dalle mani di un ceramografo greco.

Alla personalità così singolare di questo artista cui si confanno i caratteri e il destino di viaggiatore di sogni…trovo tuttavia più congeniali, ed intendo più rappresentative della sua dinamica interiore, le stampe più complesse di impostazione grafica, nelle quali si moltiplicano i piani sia suggeriti per sovrapposizione di trame segniche, sia introdotti da soluzioni prospettiche del colore, sia concretamente trovati grazie alle imprimature del torchio, nello spessore della carta che talora assume l’aspetto e la morfologia dei rilievi, e viene spontaneo percorrerli palpandoli con le dita. Come un luogo fisico in cui lo sguardo si immerge e sprofonda, alla ricerca della dimensione sommersa tra il mito e la storia.

Nicola Micieli

Estratto dal catalogo “CONFRONTI DA MUSEO”     4 Maestri dell’incisione

Museo Magi’900, Bologna 2003  


…Julianos Kattinis è un artista con piena cittadinanza che conserva gelosamente, ed esprimendolo raramente, una componente magica che può anche lasciare interdetti ad un primo impatto, ma che poi affascina prepotentemente. Kattinis è nel “divenire”della vita; è fuori della realtà che viviamo: è nella futura realtà nella quale riusciremo presto a vivere, se il progresso correrà con la velocità attuale…Con questo temperamento e con la tempra d’artista che lo distingue dipinge la vita che gli uomini vivranno nel futuro,  senza chiaroveggenza, ma con intuito razionale…

Rolando Renzoni dal catalogo della mostra personale KATTINIS, museo Palazzo Braschi.


…l’enunciazione figurale delle immagini – come virtualmente l’offre Julianos Kattinis – non traduce gli aspetti della realtà: donne, cavalli, uccelli e alberi corrono sul filo della nostra conoscenza, ma il pittore assegna ad essi una sostanza significante. Si può dire: sono tedofori che vivono in uno spazio meramente onirico e portano a noi la fiaccola di quella spiritualità alla cui luce è possibile il plutoniano”dialogo interno dell’anima con se stessa”.

Carlo Giacomozzi

dal catalogo della mostra personale KATTINIS, museo Palazzo Braschi

 …ogni quadro evoca un discorso completo che non lascia parole sospese da ricercare in altre opere, un mondo di sensazioni che trova le sue scaturigini oltre che nella cultura medio-orientale nella formazione europea ed italiana in particolare, nella forza del nostro rinascimento facilmente evocabile dalla pulizia del segno e dall’apparente semplicità della linea.

Kattinis è già in uno stadio di post-crisi che supera gran parte dell’attuale schieramento culturale in generale e pittorico in particolare, per parlare con la sua fantasia versatile agli infiniti mondi dell’uomo: è un discorso dall’interno all’esterno, senza vani ripensamenti, senza ausili di logiche artefatte, in una dimensione dove anche l’ultima censura onirica cade per lasciar posto ad una realtà innegabile…

Rolando Meconi

dal catalogo della mostra personale KATTINIS, museo Palazzo Braschi


Julianos Kattinis, nato a Damasco da genitori greci e, dopo lungo viaggiare, romano di adozione – la dimensione di “pellegrino orientale”, di “ulisside”, resta fondamentale per comprenderne le complesse componenti culturali – alla Grecia è tornato attraverso il mito. La sua pittura racconta, con tavolozze di ori ed azzurri e smeraldi bizantini, favole e sogni di un’antichità riconquistata e ricomposta, dove si trovano Icaro e Galileo, colori dell’Egeo e cieli di Roma, e poi ancora volti e linee di Picasso e Chagall, in un processo di continua, profonda metamorfosi intellettuale.

Alessandro Tosi

Dal catalogo “ Cantami o diva…”  Pisa – Montecatini Terme 2002            immagine copertina catalogo


“Un’osservazione sulle opere di Kattinis da Helene Gizi”

…l’arte di Kattinis oggi è un’arte ecumenica che rappresenta nel simbolismo il dominio dell’idea della storia che cerca di raggiungere il mito della verità.

La sua arte è spesso non precisa, ma racchiude una  verità, che al suo interno è profonda e superiore, poiché la logica dell’arte non è facilmente raggiungibile.

Forse perchè le sue opere racchiudono elementi realistici in un  percorso insieme secolare e universale. ..

L’arte di Kattinis oggi ha uno scopo: l’uomo con le sue caratteristiche nei volti, nei colori, nelle forme, come fosse realizzato da un artista di una tragedia antica…i suoi colori, alle volte forti, altre meno forti, portano alla luce elementi della ricchezza del Mediterraneo…

Helene Gizi, Atene, febbraio 1977

Dal catalogo della mostra di Kattinis  presso le Sale del Teatro Comunale del Pireo

Museo di Atene


“L’Esperienza più bella che possiamo avere è il mistero”questa inaspettata frase  di Albert Einstein ci avvicina ad una componente fondamentale dell’arte di Kattinis. E’ la fusione tra razionalità e mistero, cultura e istinto, che porta alla creazione delle sue opere…

…Protagoniste dell’arte di Kattinis, le donne sono dee arcaiche che conservano in sé stesse tutta la forza e la potenza della Madre Terra, l’amore ma  anche la forza distruttrice della Natura. Nei loro volti enigmatici di sfinge echeggia il mistero del deserto; la fissità del loro sguardo, che va oltre l’apparire, verso qualcosa di profondo e lontano, proviene dalle icone bizantine; la loro sacralità, generatrice di vita, è insita nel credo panteista dell’artista…

…La chiave per comprenderle è in mano all’artista, ma è anche in ognuno di noi, nella nostra sensibilità e ricettività. Forse per questo Kattinis non titola mai le sue opere, lasciando che ognuno possa identificarle con il proprio mondo.

 

Cinzia Folcarelli   Roma, ottobre 2006                                      

  dal catalogo   Galleria “La Pigna”   Personale antologica 1953 -2006 


Ogni opera di Julianos Kattinis, artista greco da più di quaranta anni residente a Roma, è una storia rivelata, ricca di suggestioni e rimandi alla mitologia e alla vita vissuta.

Le immagini che scorrono fluide sono emozioni liquefatte sulla superficie della tela. Quella di Kattinis è una pittura che coinvolge emotivamente, trascinandoci vorticosamente in un mondo enigmatico, ancestrale, mitologico, fortemente connotato di simboli. Ogni millimetro quadrato di superficie pittorica è accuratamente lavorato, quasi ricamato. Stratificazioni segniche e coloristiche si dispongono le une sulle altre, si sovrappongono, si intersecano, si fondono tra loro, creando un tessuto onirico e sensuale, atavico e criptico. Kattinis ha partecipato su invito alla Biennale di Venezia del 1964. Ha esposto in molte sedi prestigiose pubbliche e private in Italia e all’estero. In particolare è stato invitato ad allestire una sua personale al Museo di Palazzo Braschi nel 1972 e nel Museo Nazionale del Pireo, ad Atene, nel 1977.

Cinzia Folcarelli

Mostra presso l’università e Campus luglio 2016


…Moderno esploratore, instancabile viaggiatore,Kattinis ha esteso i suoi passi nelle terre bagnate dal Nilo, dal Tigri e dall’Eufrate, ha percorso le rotte mediterranee della storia e della leggenda, della scienza e della

magia, della religione e della filosofia. Sorprendenti latitudini geografiche e culturali hanno offerto al suo lavoro un’impronta cosmopolitica capace di cogliere il “volo del pensiero artistico” e il mistero della rappresentazione…

Dante Fasciolo, da catalogo, mostra a  Reggio Calabria     20 sett. 2015